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... disegnavo segretamente, sempre ed anche quando non disegnavo, guardavo il mondo come se stessi disegnando... (continua in Biografia)

Ritratti di Memoria

di Alessandra Redaelli

“Vale ha gli occhi immensi, calamite in grado di catalizzare totalmente l’attenzione e, per diversi istanti, di far dimenticare tutto il resto del quadro.”

Daniel ha uno sguardo limpido e disarmante in cui si fondono innocenza e disperazione. Il Ladro Daniel, olio su tela, 60x100, 2013rivela, dietro l’occhiata furtiva, una sorta di tenero disagio, come a dire “Non è colpa mia…”. Ecco la galleria di ritratti di Lara Leonardi, volti raccontati a colori vividi, estremamente fisici e materici, eppure capaci di catturarci prima di tutto con quella loro prepotente spiritualità. Sono arrivati dopo un periodo astratto, nella storia dell’artista, e di questa passione astratta si colgono le tracce nell’uso festoso e audace del colore (un colore carico, mediterraneo, carnale e vivo, senza compromessi) e nella scansione degli spazi. E sono arrivati, i ritratti, come un’esigenza prepotente, da dentro, di raccontare incontri importanti e di raccontarli attraverso l’anima. “Dipingere loro, farmi guardare da loro, mi aiuta a guardare me, a vedermi con occhi nuovi”, racconta l’artista. E basta lasciarsi ipnotizzare dallo sguardo colmo di malinconia di quando piango è così per cogliere tutto quanto c’è di personale, di intimo – di autobiografico – in questi volti. Sono persone vere, incontrate Edouard Boubat, olio su tela, 60x100, 2014per caso o molto vicine, ma anche immagini mentali, quasi fantasmi che la perseguitano fino a quando non vengono dipinti, buttati fuori e guardati finalmente negli occhi. Sono ritratti, sì, con una base di somiglianza, ma sono soprattutto ritratti emotivi, sostanziati di memorie, di dettagli, di suggestioni che noi cogliamo al primo sguardo perché li rendono immediatamente vivi. Pittrice dal linguaggio autonomo e fuori dagli stereotipi, Lara Leonardi fonde nel suo lavoro ispirazioni che vanno dall’arte medievale, con la sua frontale ieraticità, al grande Novecento italiano, ma conquistando una semplicità di linguaggio e un’immediatezza comunicativa che per molti versi l’avvicinano anche all’arte primitiva, con tutto il suo portato mistico e suggestivo. E suggestiva, emotiva, potentemente istintiva è la tecnica: utilizzando il colore ad olio puro, Lara lo stende sulla tela usando le mani nude con la sensibilità di un chirurgo. Il soggetto prende forma lasciandosi guidare dall’immagine mentale che l’artista ha ben chiara nella memoria, parte per derive gestuali e poi, subito, viene ricondotto all’ordine, in un movimento oscillante tra cuore e ragione – tra esprit de géométrie e esprit de finesse – che resta scritto tra le onde ruvide della materia e che arriva dritto al cuore.