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... disegnavo segretamente, sempre ed anche quando non disegnavo, guardavo il mondo come se stessi disegnando... (continua in Biografia)

Lara.

di Davide Rondoni

I volti sono un’ossessione degli artisti. I volti, le teste. Quel punto tra niente e presenza umana, tra vuoto e infinitamente pieno di storia, di amore, di dolore di luci e ombre che è il volto umano.


Lara lavora con una delicata furia intorno ai suoi volti. Paiono allegri, con tutti quei colori. E poi si vede invece che non si tratta di una allegria decorativa. Ma di un’allegria del profondo, di quelle che sgorgano quando si traversa un cieco dolore, un’inquietudine aspra. Volti veduti dopo che nessun volto sembra resistere alla fauce divoratrice del niente. Per questo sono colorati come fiori, come cose che spuntano, come giocattoli, come gesti fanciulleschi.
Gli artisti sono fanciulli pieni di dolore.
Se non fossero questa sorpresa i volti di Lara sarebbero una decorazione. Una mascheratura. Una fregatura.
Invece si depongono nello sguardo pieno di perplessità, pieno di video, pieno di ombre di noi che guardiamo come una sopresa.
E come i volti umani che non conosci resti indeciso se amarli o distogliere lo sguardo. Un vero artista non ti porta mai nel centro di una consolazione, ma nel fuoco di un problema.
Con una scabra delicatezza Lara compie questo gesto nei nostri confronti.
I suoi volti non ci lasciano.
Si scompongono di fronte ai nostri occhi e poi si compongono. O forse no, si stanno ancora componendo. Non sono confezionati. In quel laboratorio o stramba officina del dolore e della gioia Lara depone i suoi volti e sa che la loro continua vera composizione dipenderà dallo sguardo di chi li incontra. Sa –con la pazienza ferita di ogni artista- che potrebbero restare nella scorza della prima apparenza, cose carine, quadri colorati da mettersi in casa, in salotto. Oppure – anche in quelle feriali posizioni, o da quel recesso di quiete delle stanze e dei giudizi più tranquilli- lanciare al nostro sguardo questa dolcissima pietà di volti riconosciuti, questa violenta ferita di volti da riconoscere e riconoscere sempre.