Lara o del colore
di Giuliana Matthieu
Volti che esplodono di colore, colori che mangiano la tela e invadono l'ambiente, lo saturano al punto che non si riesce più a distinguere oggetti e contorni esterni, mentre tutto si scompone allo sguardo in una pienezza di rossi trionfanti, blu intensi, gialli saturi e niente più ti sembra uguale a prima che tu la conoscessi.
Lei, Lara, ancora una volta una sorpresa per gli occhi, così fragile che sembra l'aria la spezzi e così forte con quel sorriso a metà fra il divertito e il curioso, quasi gli altri, gli spettatori le dovessero una spiegazione per riempire un vuoto di cui forse lei nemmeno sa. Ancora una volta la sua fragilità in contrapposizione alla forza dei suoi volti, pieni, consapevoli dell'estremo disagio che possono procurare nello spettatore, dove i verdi, i blu, i rossi a colorare le zone d'ombra sono l'espressione di una volontà consapevole. Lei sa e vuole raccontare le storie dei suoi volti che talvolta nei colori accesi, incredibili nella loro lontananza dal vero rasentano la follia, una dolce follia, se vogliamo la sua, quella che impedisce all'osservatore di dubitare che il colore steso sulla tela a riempire guance e bocche non sia proprio quello giusto e che il rosa naturale delle guance non possa generare il rosso o il blu, al punto che tu nemmeno ti accorgi del contrario. E tu diventi parte del volto che talvolta rasenta il grottesco, e lo respiri, al punto da gridare la tua approvazione. E tuttavia in quei volti dove la saturazione del colore non ha passaggi intermedi ed esclude qualsiasi concessione alla sfumatura, gli occhi conservano la loro identità, liquidi e mobili, interrogativi o dubbiosi, malinconici o aggressivi immersi in un colore denso, incredibile e irreale di cui diventano comunque parte integrante senza ombra di dubbio. Lara e i suoi volti impossibili, incredibili e tuttavia veri come la sua passione genuina che scalpita e s'invera nella sua pittura se vogliamo leggermente folle.